Edilizia residenziale

Nel mondo dell’edilizia, sono tante e diversificate le tipologie di intervento che possono essere richieste e messe in atto. Tra queste, sicuramente quella che più caratterizza il tessuto urbano e più ha a che fare con la vita quotidiana di ciascuno è l’edilizia residenziale. Tenendo uno sguardo generale nei confronti di essa, si può tranquillamente affermare che, nel bene come nel male, sia proprio l’edilizia residenziale che, nel suo complesso, configura e fornisce l’immagine stessa di un insediamento umano.
Si tratta di un fenomeno che ha preso sempre più forza con il passare del tempo, dato che in passato la demarcazione tra spazi residenziali e spazi dedicati alla produzione o all’attività commerciale era decisamente meno marcata (si pensi ad esempio alle botteghe o ai laboratori che il più delle volte sorgevano all’interno delle abitazioni stesse).
L’esigenza delle città moderne, invece, è andata sempre di più nella direzione di una demarcazione precisa degli spazi, esigendo una separazione degli ambiti e, quindi, dando all’edilizia residenziale un decisivo impulso affinché diventasse realmente il “biglietto da visita” di un centro abitato. In particolare, si è avuta una forte accelerazione di questo processo all’indomani della seconda guerra mondiale, quando la ricostruzione post bellica ha dato alle città la fisionomia che ancora oggi le caratterizza per buona parte.

L’edilizia residenziale si può sostanzialmente articolare in due tipologie: da un lato quella privata e dall’altro quella pubblica. La distinzione, naturalmente, dipende dalla natura del committente, dalle modalità di finanziamento ed anche dalla destinazione dell’opera una volta realizzata. Compito di un’azienda edile è conoscere e valutare tutti i diversi fattori per realizzare l’opera più adatta alle esigenze che di volta in volta sono poste in gioco.
Sempre di più, comunque, l’interesse dell’edilizia residenziale si è spostato verso l’unità morfologica minima, ovvero, per dirla in parole più semplici, verso le singole unità residenziali. Queste vengono organizzate in base a logiche differenti che, sostanzialmente, definiscono i diversi “tipi edilizi”.

Fondamentalmente si può fare questa classificazione: case singole, case in linea, case a schiera, case a blocco e case a torre. Ognuna ha, al suo interno, alcuni possibili sottoinsiemi, ma bene o male sempre riconducibili a questa prima distinzione.
Le case singole, in particolare, possono essere a loro volta classificate secondo diversi livelli ulteriori. La loro caratteristica comune rimane, comunque, quella di essere delle unità abitative non aggregate, unifamiliari o plurifamiliari, che si conformano in maniera differente anche a seconda della loro destinazione.
Le case in linea sono, invece, quelle che si sovrappongono verticalmente. Alcune parti comuni, come ingressi, vani scala, ascensori, eventuali giardini al piano terreno, immettono alle singole unità che, nella grande maggioranza dei casi, si sviluppano su un unico piano, anche se nulla vieta la creazione di alloggi a più livelli interni.
Le case a schiera, invece, hanno uno sviluppo orizzontale, ponendosi una accanto all’altra ed avendo i muri intermedi in comune tra due alloggi. Generalmente si sviluppano su un massimo di due o tre piani ed hanno un giardino di proprietà della singola unità su uno o entrambi i lati liberi dell’abitazione.

Le case a blocco sono una variante di quelle in linea, con la disposizione che, anziché seguire uno sviluppo verticale lineare, si configura in modo tale da circoscrivere uno spazio interno più vario, con i fronti liberi delle varie unità che si rapportano tra loro non solo in maniera parallela, ma anche ortogonale.
Le case a torre, infine, sono quelle che normalmente, nel parlare comune, possono venire definite “palazzi”. Si tratta di costruzioni di grandi dimensioni, isolate su ogni fronte, ripartite internamente in diverse unità. Ogni piano può avere uno sviluppo simile all’altro, oppure può configurarsi in maniere differenti, con una diversa distribuzione degli spazi interni e la creazione di singole unità abitative di varie dimensioni. Lo sviluppo complessivo dell’edificio, in altezza, è solitamente notevole, dato che questa soluzione è senza dubbio la più utilizzata per sfruttare al massimo gli spazi, specie all’interno delle città.
Un particolare sottoinsieme di questo tipo edilizio può essere considerato quello delle case a corte. Si tratta di una disposizione particolare degli alloggi che li vede unirsi per circoscrivere delle parti interne comuni chiamate cortili o, appunto, corti. Questa soluzione è oggi meno utilizzata all’interno delle grandi città, in quanto richiede la disponibilità di ampi spazi sui quali poter sviluppare l’intero progetto abitativo.

A chiusura di questa breve panoramica, è giusto ricordare che per edilizia residenziale non si intende solo la realizzazione di nuovi edifici, ma la definizione comprende anche gli interventi di ristrutturazione e recupero di edifici preesistenti: un’attività verso la quale l’azienda edile può offrire una grande tipologia di interventi e di soluzioni che vanno dalla messa in sicurezza dei singoli edifici, alla progettazione di soluzioni nuove e moderne, che diano nuova vita ad unità immobiliari apparentemente fuori moda e fuori contesto storico.